I TONNI DI INTERNET.

MattanzaX1La tonnara è una rete speciale con la quale si pescano i tonni rossi e per estensione è anche il luogo in cui li si pesca e la cui carne viene lavorata. La tonnara come rete, viene calata da una serie di barche poste in cerchio al comando di un Rais. Il branco di tonni viene spinto progressivamente a lasciare le reti (le “camere”) periferiche per ammassarsi nella camera centrale, detta “camera della morte”. A quel punto i tonni vengono tirati su ed arpionati uno ad uno, con spreco di urla, colpi, poderosi schizzi di sangue ed eccitazione generale. Si chiama “mattanza”. Ma cosa c’entrano tonni, tonnare e Rais con Internet ?

La base infrastrutturale di Internet è ciò che ne determinò il successo, ma anche un limite invalicabile per coloro che ne vorrebbero controllare la dinamica. Di base infatti, essa è formata dalle singole reti dei cavi telefonici posati per lo più da compagnie nazionali ed in alcuni casi private, nazione per nazione. Ogni nazione avrebbe un teorico dominio sulla propria rete ma poiché il senso di Internet è collegare tutti con tutti senza confini, tale dominio non viene esercitato. Di recente però, alcuni stati come la Cina ma non solo, hanno preso ad esercitare questo dominio. Di contro, il recente scandalo del cosiddetto Datagate, il programma di monitoraggio dei dati di traffico di individui, società ed istituzioni estere promosso da una speciale agenzia del governo degli Stati Uniti d’America, ha cominciato a rendere pubblico l’enorme entità degli interessi che ruotano intorno al possibile controllo della rete delle reti che è la miniera della materia prima più importante nel mondo contemporaneo e futuro: l’informazione.

Molto tempo fa (vent’anni fa all’incirca), esisteva una storiella che sosteneva che gli americani stessero studiando e promuovendo un progetto che si chiamava Internet2. Per gli americani che sono poi i padri di quella rete militare (Arpanet) dalla quale prese ad evolversi l’attuale Internet, la rete delle reti aveva un grosso problema, non era controllabile direttamente. Non era controllabile la sua fisica infrastruttura. Erano già i tempi della “guerre stellari” di Reagan e poiché si stavano mandando in orbita numerosi satelliti, qualcuno pensò che Internet2 potesse essere una nuova rete basata sull’infrastruttura satellitare, facilmente controllabile poiché senz’altro e per lungo tempo, esclusiva USA. Addirittura c’era anche qualche “paranoico” che sosteneva che l’enorme quantità di spam e periodici attacchi informatici di cui la rete era allora infestata, avesse proprio una origine interessata, da parte cioè di coloro che volevano rendere Internet1 un luogo infrequentabile, al punto da richiedersi la necessità di trasmigrare i dati più importanti (la parte istituzionale, poi quella industrial-commerciale e per “effetto valanga” tutto il prosaico resto, cioè noi) sulla nuova piattaforma. In un certo senso, l’idea era quella che approntata la “camera centrale” satellitare, si potesse convincere gli utenti sempre più legati all’utilizzo della rete tradizionale a convogliarsi verso di questa, chiaramente nelle esclusive e salde mani di compagnie statunitensi comandate dal Rais della Casa Bianca.

Prima di diventare Segretario della Difesa del presidente G.W.Bush, Donald Rumsfeld è stato per svariati anni CEO di una compagnia che produceva proprio set-top-box, ovvero decoder per connessioni satellitari di cui negli anni’90, si prevedeva un grande avvenire. Richard Perle, suo sodale nel think tank neo-conservatore PNAC, anch’egli reclutato nell’Amministrazione Bush, era nel board della Global Crossing, un’altra compagnia di comunicazioni con forti appetiti sulle nuove infrastrutture di telecomunicazione globale. Bill Gates accarezzò a lungo e con profluvio di investimenti per studi e progetti, l’idea dell’Internet satellitare. Le storie parallele tra carriere manageriali nelle tlc e carriere politiche, compongono una rete delle reti a sé stante e testimoniano semmai ce ne fosse bisogno, di quanto questo sia “il” campo della battaglia principale per il controllo degli interessi su scala planetaria oggi, ed ogni giorno di più. Questa nuova frontiera nacque all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, dall’incrocio tra la nascente Teoria dell’informazione e la Cibernetica, scienza del controllo dei sistemi complessi.

Nel 2008 si forma un consorzio capeggiato da Google, che si chiamava O3b Networks cioè Other 3 billion (miliardi di connessioni) che cioè voleva connettere anche tutti coloro che nell’emisfero meridionale non avevano accesso alla rete. Molti paesi infatti sono assai indietro con la posa dei cavi dal momento che sono impegnati in altre amene urgenze (fame-sete-malattie) o hanno una rete infrastrutturale vecchia, non adatta alla trasmissione a banda larga o gestiscono Internet con una mente politica e non veramente liberale. Uno dei partner del network infatti si chiama proprio Liberty Global, una promessa non da poco… . Lunedì sera dovevano partire i primi 4 satelliti di questa nuova rete, poi questioni di vento hanno fatto rimandare il lancio che però avverrà entro l’anno e sarà poi seguito dal lancio di altri 8 satelliti per completare l’infrastruttura entro i primi mesi del 2014.

Questa storiella di ordinario progresso (già sono in festa gli entusiasti internettari che avranno connessioni a Banda Larga Ka tra 18 e 40 Ghz, pure a basso costo!) disegna i lineamenti di un futuro a lungo sognato, progettato, voluto. Una rete di serie A dove si trasferirà progressivamente il meglio del meglio, dove tutto è sicuro e controllato, dove provare emozioni connettive oggi impensabili, dove poter espellere chi non è gradito. Una rete di serie B, l’attuale, che diverrà uno slum, una favela, un suq pieno di virus, trojan, worm ed altri effetti nocivi, lento, in progressivo black-out, infrequentabile. Dalle camere laterali saremo spinti dai nostri stessi interessi a scrivere, leggere, scambiarci foto e video per esercitare l’unica socialità consentita (quella virtuale) a passare alle camere centrali satellitari. Queste saranno paradisi della sensazione, dell’emozione, della sicurezza, della vera democrazia digitale, della libertà.

Ma questa sarà, anche e finalmente, l’infrastruttura controllabile dai pescatori del Rais, che in nome degli interessi commerciali, politici, militari sottesi alla missione delle libertà planetaria, permetterà che si compia la promessa della scienza cibernetica: il controllo della complessità.

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Informazioni su pierluigi fagan

64 anni, sposato con: http://artforhousewives.wordpress.com/, due figli, un gatto. Professionista ed imprenditore per 23 anni. Negli ultimi venti anni ritirato a "confuciana" "vita di studio", svolge attività di ricerca da indipendente. Il tema del blog è la complessità, nella sua accezione più ampia: sociale, economica, politica e geopolitica, culturale e soprattutto filosofica. Nel 2017 ha pubblicato il libro: Verso un mondo multipolare, Fazi editore. Ogni tanto commenta notizie di politica internazionale su i principali media (Rai3, la7, Rai RadioTre Mondo, Radio Blackout ed altre) oltre ad esser ripubblicato su diverse testate on line. Fa parte dello staff che organizza l'annuale Festival della Complessità. Tiene regolarmente conferenze su i suoi temi di studio. Nel 2021 è uscito un suo contributo nel libro collettivo "Dopo il neoliberalismo. Indagine collettiva sul futuro" a cura di Carlo Formenti, Meltemi Editore.
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